Lunedì 27 novembre 2023

Supporto formazione e lavoro: primi chiarimenti tecnici

a cura di: AteneoWeb S.r.l.
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Sul sito internet dell'Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro sono stati pubblicati i primi chiarimenti relativi alle procedure amministrative e tecniche da seguire per attuare il Supporto per la formazione e il lavoro, la misura che favorisce la partecipazione a progetti di formazione, di orientamento e accompagnamento al lavoro, di qualificazione e riqualificazione professionale e di politiche attive del lavoro per persone di tra i 18 e i 59 anni, a rischio di esclusione sociale e lavorativa.

Uno dei chiarimenti riguarda le modalità di determinazione del Centro per l'impiego (Cpi) di competenza
L'ANPAL chiarisce che:

  • in presenza di un patto attivo, la competenza è del Cpi che ha in carico il patto. Le domande SFL pervenute da Inps saranno indirizzate a tale Cpi;
  • in assenza di un patto, ma in presenza di Did, la competenza è del Cpi indicato in fase di Did. Le domande saranno indirizzate a tale Cpi per la successiva presa in carico.

Tecnicamente sia la regione alla quale saranno notificate le domande SFL, sia il Cpi competente indicato, saranno individuati sulla base dei seguenti criteri: 

1. In presenza di patto di servizio (o lavoro) Gol o Garanzia Giovani attivo, si fa riferimento al Cpi competente sul Patto (rif. codice_intermediario in SAP in corrispondenza della attività A02). In caso di compresenza tra patto Gol e patto Garanzia Giovani prevale la competenza sul patto Gol;
2. in caso di patto assente, ma in presenza di Did attiva, si assume il Cpi titolare della Did.

In aggiunta a questi criteri, al fine di tutelare situazioni che si dovessero presentare, sono ulteriormente applicati anche i seguenti criteri:

3. se presente solo la Sap (patto e Did assenti), si assume il Cpi titolare della Sap;
4. in assenza di Sap, si individua il Cpi su base territoriale derivando l’informazione dall’indirizzo del comune di domicilio presente nella domanda Sfl.

ANPAL evidenzia che il terzo caso e il quarto caso dovrebbero essere solo residuali poiché è previsto il conferimento della Did dal Siisl quando non già presente.


Fonte: https://www.anpal.gov.it
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    L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:

    - fiscale
    - gestionale/strategico.

    1. Vantaggi fiscali
    Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
    Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
    I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:

    - la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
    - la tassazione separata per il percipiente.


    2. Vantaggi gestionali e strategici
    Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:

      • fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
      • attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
      • pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.

    In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.

    Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

    Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
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